Il teatro dei burattini conosciuto come dell’Opera dei Pupi siciliani è nato in Sicilia agli inizi del XIX secolo e ha avuto grande successo tra le classi popolari dell’isola. I burattinai raccontano storie basate su fonti bibliografiche cavalleresche medievali e altre, come i poemi italiani del Rinascimento, le vite dei santi e storie di banditi famosi.
I dialoghi in queste performance erano in gran parte improvvisati dai burattinai. Le due principali scuole di l’opera dei pupi siciliani di Palermo e Catania si distinguevano principalmente per le dimensioni e la forma dei burattini, le tecniche di funzionamento e la varietà dei fondali dei palchi molto colorati.
Le famiglie dell’Opera dei Pupi siciliani
Attualmente sono cinque le famiglie di pupari nella Sicilia orientale depositarie del patrimonio orale e immateriale dell’opera dei pupi nonché di beni materiali (pupi, cartelli, scene, attrezzature sceniche, etc.) sia storici che in uso per la realizzazione degli spettacoli»[18]:
- Marionettistica Fratelli Napoli di Napoli Fiorenzo (Catania)
- Associazione “La compagnia dei pupari Vaccaro-Mauceri” (Siracusa)
- Associazione culturale “Opera dei pupi messinesi Gargano” (Messina)
- Associazione Opera dei Pupi Turi Grasso (Acireale)
- Antica Compagnia Opera dei Pupi Famiglia Puglisi (Sortino)
Attualmente sono otto le compagnie di pupari di scuola palermitana depositarie del patrimonio orale e immateriale dell’opera dei pupi nonché di beni materiali (pupi, cartelli, scene, attrezzi, etc.) sia storici che in uso per la realizzazione degli spettacoli»[19]:
Palermo:
- Associazione culturale Agramante di Vincenzo Argento
- Associazione culturale “Franco Cuticchio”
- Associazione Culturale Marionettistica Popolare Siciliana di Angelo Sicilia
- Associazione culturale teatrale Carlo Magno di Vincenzo Mancuso
- Associazione opera dei pupi Brigliadoro di Salvatore Bumbello
- Compagnia TeatroArte Cuticchio di Girolamo Cuticchio
- Associazione Culturale L’Opera dei pupi Siciliani “G. Canino”
L’Opera dei pupi siciliani nella tradizione palermitana
- Dimensioni dei pupi: da cm. 80 a un metro di altezza
- Peso: fino a Kg. 8 circa
- Caratteristiche della meccanica: ginocchia articolate; se il pupo è un guerriero, la spada si può sguainare e riporre nel fodero
- Sistema di manovra: dai lati, a braccio teso: gli animatori sono posizionati dietro le quinte laterali del palcoscenico e poggiano i piedi sullo stesso piano di calpestio dei pupi
- Spazio scenico: superficie d’azione dei pupi più profonda che larga: la larghezza della scena è limitata dalla possibilità degli animatori di sporgersi dalle quinte senza farsi vedere dai lati
- Concezione teatrale e dello spettacolo: più stilizzata ed elementare
L’opera dei pupi siciliani nella tradizione catanese
- Dimensioni dei pupi: da cm. 80 fino a m.1.30 di altezza
- Peso: fino a Kg. 35 circa
- Caratteristiche della meccanica: gambe rigide, senza snodo al ginocchio; se il pupo è un guerriero, la spada è quasi sempre impugnata nella mano destra.
- Sistema di manovra: dall’alto di un ponte posto dietro i fondali (‘u scannappoggiu): gli animatori sorreggono i pupi poggiando i piedi su una spessa tavola di legno sospesa a circa un metro da terra (‘a faddacca).
- Spazio scenico: superficie d’azione dei pupi più larga che profonda: gli animatori, cammi-nando sul ponte di animazione, possono seguire senza problemi il pupo per tutta la
larghezza della scena. - Concezione teatrale e dello spettacolo: più tragica, sentimentale e realistica.
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